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Buongiorno notte di Marco Bellocchio
 

Roberto Herlitzka nel ruolo di Moro

Applausi interminabili ed emozione a Venezia alla presentazione dell'atteso "Buongiorno notte" di Marco Bellocchio, ispirato al libro della brigatista Laura Braghetti "Il prigioniero".  Bellocchio, con "Buongiorno notte", girato con grande rigore ed efficacia, ci riporta in quei tragici 55 giorni del 1978 in cui, che dopo l' incredibile rapimento, il 16 marzo del presidente del più potente partito italiano,la Democrazia Cristiana, si conclusero il 9 maggio con il suo l'assassinio.  Bellocchio ci racconta quei 55 giorni in cui Aldo Moro, fu tenuto prigioniero dalle Brigate Rosse. Tra i sequestratori serpeggiano sentimenti di potenza ma anche di smarrimento. Le loro esistenze sono vissute in  metafisica normalità tra realtà e irrealtà: la realtà  vissuta "fuori" in maniera anonima, e l'irrealtà surreale tra compagni di "lotta" vissuta in un appartamento-prigione.
 La quotidianità più banale e i suoi riti si alternano giorno dopo giorno con "surreali interrogatori"in una celletta claustrofobica, fino alla conclusione tragica.

La macchina da presa mostra gli eventi attraverso i pensieri e lo sguardo di Chiara, una ragazza della sua generazione a volte sottilmente a disagio nel suo ruolo di combattente, che forza le sue angosce e i dubbi che potevano mettere in forse le sue "certezze ideologiche" la cieca fiducia nell’imminente avvento della rivoluzione.  .
 

"Buongiorno notte", è interpretato magistralmente da un bravissimo Roberto Herlitzka nel ruolo di Moro,e dagli altrettanto bravi Luigi Lo Cascio nel ruolo del brigatista Moretti e Maya Sansa nel ruolo della brigatista Chiara e Paolo Briguglia. Il film evita la tesi del complotto internazionale,  smentita anche dagli stessi brigatisti, e  dalle più recenti ricerche e indagini.I brigatisti nel film sono uomini e donne qualsiasi che in quel preciso momento storico divennero terroristi per inseguire le utopie di una rivoluzione che in quegli anni veniva teorizzata.

Giovanni Moro, figlio di Aldo Moro esprime il suo apprezzamento per "Buongiorno notte "Ho molto apprezzato il film; trovo che Bellocchio scegliendo deliberatamente di riflettere sull'esperienza dell'uomo Aldo Moro in carcere, senza vincoli o ambizioni di ricostruzione storica o di fedeltà all'insieme dei fatti, abbia davvero illuminato aspetti importanti di quella vicenda.
 

Marco Bellocchio e Paolo Briguglia sul set

Questo film è stato capace di accrescere la conoscenza della realtà, e penso che chi vedrà il film potrà cogliere il senso del dramma di un uomo posto di fronte a un destino tragico quanto insensato e non necessario, da lui vissuto in modo tanto più acuto quanto più era netta la sua percezione della incombente fine del mondo diviso in blocchi. Sono persuaso - conclude Giovanni Moro - che corrisponda a quanto fu vissuto dal prigioniero e insieme metta in luce in modo pacato ma netto il nodo ancora non sciolto di quella vicenda anche dal punto di vista storico, politico e giudiziario. Si tratta della questione di come mai, in quel caso e solo in quello, lo Stato italiano decise di non trattare con i terroristi né cercare seriamente di liberare il prigioniero". 

E' d'obbligo ricordare un precedente film realizzato nell'86 da Giuseppe Ferrara "Il caso Moro", tratto dal libro di Robert Katz, con un grandissimo Gian Maria Volontè nel ruolo di Moro.

Giuseppe Ferrara ,contrariamente a  Bellocchio, sostenne la tesi del coinvolgimento in quei fatti dei i servizi segreti,  P2, CIA, tesi sostenuta anche da Renzo Martinelli nel film "Piazza delle cinque lune" uscito lo scorso 9 maggio.