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LA FINESTRA DI FRONTE di Ferzan Ozpetek, con Giovanna Mezzogiorno, Massimo Girotti, Raoul Bova, Filippo Nigro, Serra Ilmaz.

 

 

  Giovanna Mezzogiorno

Giovanna Mezzogiorno e Massimo Girotti

Una giovane donna romana spia un affascinante uomo che abita nel palazzo di fronte alla sua finestra. In scena interviene anche un anziano signore che nasconde un terribile segreto di quando Roma era occupata dai nazisti…

Ozpetek  affianca alla tematica dei sogni, in questo caso quello piccolo e dolce di Giovanna (si chiama così anche nel film) di diventare pasticciera, quella del recupero della memoria, affidato all'ultima interpretazione di Massimo Girotti prima della morte. Quello di Girotti è un personaggio che commuove e rappresenta un punto di vista  inedito riguardo alla tragedia della deportazione degli ebrei dal ghetto romano nel 1943.

Davide trasforma la vita di Giovanna. Lei prima sogna un amore che non può essere più quello coniugale, iniziato troppo presto per essere ancora travolgente alla soglia dei trent'anni, poi trasforma quel sogno in realtà, per accorgersi che non ne valeva poi la pena, con Lorenzo (Raul Bova).

 Alla fine, pur con tutte le difficoltà di una famiglia che stenta ad arrivare alla fine del mese, si accorge di cosa è che deve veramente inseguire, prima che sia troppo tardi.

Giovanna è uno dei più bei personaggi femminili del cinema italiano degli ultimi anni, che stavolta, con una mano maschile fra le più sensibili, mette in scena le trentenni invece che i trentenni. Meno fragili e più desiderose di prendersi la vita.

Il regista de Le fate ignoranti ci parla della paura delle responsabilità che comporta vivere l’amore, dell’importanza della ricerca di identità e di conservare la memoria, dei piccoli valori quotidiani che hanno al centro l’essere umano.

La storia è ambientata ai giorni nostri  vivissimo è lo spettro dei rastrellamenti effettuati al ghetto romano nel 1943. “Mi sembrava più efficace raccontarlo ai giovani con personaggi d’oggi, gente semplice, comune. Li ho fatti vivere in case popolari costruite in quegli anni perchè ne conservano la memoria. Chissà quante cose disumane e scene d’amore hanno visto consumarsi tra le loro pareti. Anche i muri di Roma dove ho girato il film, sono ancora impregnati dell’energia di quei ricordi”. 

Ferzan Ozpetek

Giovanna Mezzogiorno, Raoul Bova