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Blitz della Digos in diverse regioni del nord Italia contro gruppi legati alla rinascita delle Br, 15 gli arresti
 

Il blitz delle Digos di Milano, Padova, Torino e Trieste, sotto la direzione dell'Ucigos è scattato all'alba in varie regioni del Nord Italia contro elementi legati alla rinascita delle Br. Giuliano Amato ministro dell'Interno si è detto pienamente soddisfatto dell'operazione e ha detto: «Probabilmente questa volta siamo riusciti a prevenire un attentato brigatista. E lo abbiamo fatto grazie a due anni di indagini condotte con grande professionalità dalle Digos di Milano, Padova, Torino e Trieste, sotto la direzione dell'Ucigos, non senza l'importante collaborazione dell'intero sistema di sicurezza antiterrorismo, a cominciare dal Sisde. Per mesi i componenti di questa colonna brigatista sono stati sottoposti non solo a intercettazioni, ma anche a controlli ravvicinati quotidiani, facendo emergere prove sufficienti per arrivare al loro arresto. Era un'organizzazione strutturata e di forte pericolosità, ma i nostri uomini sono riusciti a intervenire prima che producesse danni seri». «È un successo importante - ha concluso Amato - all'interno di un'attività antiterrorismo che prosegue. L'azione di oggi, infatti, testimonia la presenza nel Paese di focolai brigatisti non ancora rimossi. Questo che abbiamo sgominato, lo sappiamo, non è l'ultimo».

L'inchiesta, avviata nell'estate del 2004, e che ha portato al blitz di stamane è stata coordinata dal sostituto procuratore di Milano Ilda Bocassini, le indagini hanno portato all'arresto di 15 persone tutte accusate di far parte di un progetto teso a rilanciare le Brigate Rosse della «Seconda posizione». Tra le persone arrestate anche Alfredo Davanzo, 49 anni, ritenuto uno un capofila di "Seconda posizione". Oltre a Davanzo,che si è dichiarato «prigioniero politico» , ci sono anche alcuni sindacalisti della Cgil, già sospesi. Nel mirino, come si legge nell'ordinanza del gip Guido Salvini: una casa di Berlusconi, la sede di Mediaset, l'economista Pietro Ichino, Sky, impianti Eni, il quotidiano Libero e alcuni dirigenti della ex Breda. Gli indagati sono stati filmati mentre compivano esercitazioni a fuoco di tipo paramilitare.. sparando con armi in campagna. Secondo il sostituto procuratore Ilda Bocassini, c'erano «tre cellule attive e operative che avevano dei progetti con anche degli obiettivi umani».

12 febbraio 2007