FONDAZIONE ITALIA®
 
PRIMA PAGINA INDICE
 
TELEVISIONE
 

"Luisa   San Felice"

Su Rai Uno  "Luisa San Felice",  finction in due puntate diretta da Paolo e Vittorio Taviani con Letizia Casta, Adriano Giannini, Cecilia Roth e Emilio Solfrizzi
 

GALLERIA

 
La finction diretta dai fratelli Taviani, è liberamente tratta da romanzo omonimo di Alexandre Dumas, che a sua volta prese spunto dal "Saggio storico sulla rivoluzione di Napoli" di Vincenzo Cuoco. "Rispetto alle 1700 pagine del romanzo di Dumas molte cose sono cambiate - precisa  Vittorio Taviani - In particolare abbiamo dato contraddizione ai personaggi che in Dumas spesso non ne hanno". Il risultato è un film su due coppie antagoniste, gli amanti rivoluzionari e i Borbone interpretati da Cecilia Roth (una delle attrici preferite di Almodovar) e da Emilio Solfrizzi.  "E' un racconto a sentimenti forti, pieno di avventura - dice Paolo Taviani - in questo fedeli a Dumas. La Rivoluzione Partenopea, madre della nascita dell'Italia, origine stessa della nostra nazione, è sfondo e protagonista della storia".

 I due amanti rivoluzionari Luisa Sanfelice e Salvato sono interpretati da Letizia Casta e Adriano Giannini.

La finction, la seconda dopo "Resurrezione" i fratelli Taviani la hanno girata a Frascati, nella cinquecentesca Villa Parisi, e nel Palazzo Reale di Palermo dove i Borbone fuggiti dalla Napoli in preda alla rivoluzione del 1799, stanno per tornare.
Spiegano i Taviani "la tv ci permette di soddisfare un desiderio: quello di fare film che durano tre ore, affrontando racconti lunghi. E anche se Luisa Sanfelice è una nuova opera a fondo storico tratta da un celebre romanzo, se ci capitasse qualcosa di più contemporaneo non lo rifiuteremmo certo".

Dopo una assenza durata sette anni, Enrico Montesano torna in tv con «Trash- Non si butta via niente»su Raiuno
"Gente di notte" ( ma è notturna anche la messa in onda alle 23,10), è il nuovo programma della Rete 2 della RAI, che nato in sordina ha suscitato interesse e curiosità. Un programma che si contrappone al già visto. La storia, si potrebbe dire, è quella di una telecamera  (perché è la telecamera la vera protagonista del programma), che esce in strada a notte inoltrata e girovaga per una città qualsiasi, inquietante e a tratti pericolosa. Non è guidata da alcun conduttore o speaker. Inquadra o meglio osserva muta come "terzo personaggio pirandelliano"   fatti e incontri. Riprese che ci rimandano al cinema di Cesare Zavattini privo di ogni retorica, concreto ma allo stesso tempo loquace in ogni inquadratura. Ma un rimando potrebbe essere anche Keruak e i racconti della beat generation. Bravi gli artefici di questa interessante trasmissione, l'autore Giovanni Filippetto, l'editor Michele Truglio, il produttore Lorenzo Torraca e la nutrita squadra di montatori. Un bravo particolare va ai filmaker che scendono in strada a mimetizzarsi tra le persone raccontate, in un percorso on the road che sa di pioggia, di sigarette, di bar e spesso di adrenalina. Colpiscono in questo percorso le atmosfere più intimiste, innovative per un reality, in alcuni episodi come quello dedicato ad un commissario di Polizia, realizzato dal bravo Cristiano Barbarossa, dove le emozioni e le sensazioni del protagonista ci regalano suggestioni filmiche, rendendoci immediatamente partecipi, così come il fotoreporter di cronaca nera raccontato da Andrea Salomone, che ci fa riflettere su cosa vuol dire essere "sciacalli" in una società fatta di immagini. Un grazie insomma a questo gruppo di registi che ci hanno dato una boccata di intelligente televisione,  in questo momento di totale desertificazione, un deserto animato da zombi "famosi"...    

C.P.


La vita di Bartali in una finction diretta da Negrin.