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Ci ha lasciato Goffredo Petrassi, uno dei grandi maestri del Novecento musicale, protagonista di oltre settanta anni della cultura italiana.

 

                                 Ritratto di Goffredo Petrassi, 1942 di Orfeo Tamburi, Collezione Petrassi
 
Nato a Zagarolo nel 1904, avrebbe compiuto 99 anni il prossimo sedici luglio. Diplomato in composizione e organo, vince già nel 1933 il primo premio alla Rassegna di musica contemporanea del Sindacato nazionale musicisti. Partita per orchestra verrà subito eseguita da Alfredo Casella, Ansermet, Molinari. Professore al Conservatorio romano di Santa Cecilia dal 1934 al 1936,ove insegnò armonia, contrappunto e composizione corale. E' stato Sovrintendente del Teatro La Fenice, e  Presidente della Accademia Filarmonica Romana. Dedicò i suoi studi alla musica del Cinquecento e Seicento, oltre che alle innovazioni da Stravinskij a Casella. 

Fra le sue molte opere citiamo La "Morte dell'Aria" (1940), libretto di Toti Scialoja , "Noche Oscura"(1951), "La Follia di Orlando", allestito dal Teatro alla Scala di Milano nel 1947,con scene e costumi di Orfeo Tamburi, il quale gli fa anche un ritratto.Sempre alla Scala venne presentato  "Il Cordovano", tratto da un intermezzo di Cervantes nella traduzione di Montale, mentre il Quinto Concerto per orchestra venne eseguito, sotto la direzione di Charles Munch, dalla Boston Symphony Orchestra durante la prima visita che Petrassi compì negli Stati Uniti nel 1955. Il  "Coro di morti" fu invece allestito al Teatro dell'Opera di Roma con la coreografia di Aurel Milloss e le scene di Mario Mafai. Fu estremamente prolifico anche con la composizione della musica da camera , della musica corale e di quella a tema sacro.

La sua amicizia con gli artisti romani vede nel 1944 la partecipazione alla mostra - concorso dedicata dala Galleria del Secolo ai rapporti tra pittura e musica, per la quale scrive un testo introduttivo (parlando di una "scuola romana della musica"). Da Alfredo Casella, suo maestro, eredita la  passione collezionistica. Nella sua raccolta spiccano un Nudo 1938) e alcuni disegni di Renato Guttuso, un autoritratto di Alberto Ziveri, opere di De Pisis, Morandi, Emanuele Luzzati, Felice Casorati,  Giacomo Manzù , Lorenzo Ghiglia, suoi amici personali che avevano collaborato alla realizzazione delle scenografie di sue opere e balletti.

A proposito della nuova struttura creata da Piano aveva rimarcato: "Chiamarla sala da concerto sembrerebbe un po' riduttivo, perché si fanno anche altre attività musicali ed extramusicali. Quello che c'è di notevole, di storicamente importante, è il monumento creato da Renzo Piano; mi pare che l'Auditorium sia uno degli avvenimenti strutturali, concettuali, creativi per la musica proprio grazie all'opera di Piano. E quindi è un avvenimento degno delle grandi assise e delle grandi orchestre internazionali".

E a proposito della ovazione tributatagli dal pubblico in occasione  della esecuzione della sua "ouverture da Concerto", per l'inaugurazione della sala Sinopoli  nell'aprile scorso: "Una grande ovazione, mi ha fatto un grandissimo piacere perché mi ha rivelato che quella musica era abbastanza vitale da essere percepita in un modo molto preciso per quello che voleva significare".

Goffredo Petrassi,un grande del secolo passato,con la sua musica ha saputo bene interpretare le inquietudini e le speranze che lo hanno atraversato.

Scena per il balletto "Coro di morti" Teatro dell'opera, 1942

di Mario Mafai.Collezione G.Petrassi

 

" Lo spettacolo manca alla pittura di oggi. Quello che si può intendere come una rappresentazione più o meno scenografica delle diverse attività. Quello che è stato per molto tempo l'interesse del pittore, la curiosità verso un mondo fenomenico di natura e di cose. Ho pensato spesso che dipenda dal pittore o dal momento che è povero di scenografia. [...] Nella pittura è necessario uno spettacolo. Organizzare una scena muovere i personaggi e le cose. Senza questo non c'è interesse e la pittura è senza interesse. Un'opera è un'organizzazione sottile. L'immagine è un feto, ma un feto non è l'uomo. L'immagine può rimanere un puro fantasma inconsistente è nella progressiva elaborazione del lavoro che prende coscienza di opera d 'arte. Una composizione. [...] Quando si dice spettacolo è composizione di elementi e spettacolo che rientri nel gusto di una trasfigurazione.»

                                Mario Mafai, 1942